
La Capitale che si affaccia insieme al resto del Paese verso l’auspicata ripresa economica non può fare a meno di ascoltare le necessità delle imprese, degli operatori e le istanze provenienti dal mondo del lavoro.
Una rete sfibrata sulle cui maglie bisogna intervenire attraverso le segnalazioni dei suoi protagonisti e per mezzo delle possibilità che l’amministrazione comunale può mettere in campo: non poche, al di là di ogni retorica.
Quello di Roma è il quadro di una città nella quale si registra la più importante desertificazione commerciale dal primo dopoguerra, con negozi e botteghe artigiane in chiaro arretramento rispetto alla potenza della grande distribuzione e dei centri commerciali.
I cartelli di affitto e vendita che affollano il centro storico sono una ferita aperta per la città e un grave danno d’immagine agli occhi dei milioni di turisti in arrivo, anche in vista del Giubileo.
Tale processo – che sembra inarrestabile – deve essere contrastato per assicurare possibilità occupazionali competenze professionali e prestigio della Capitale.
In questo senso, snellimento della burocrazia e sgravi fiscali sono interventi possibili, necessari per mantenere in vita realtà che rappresentano una percentuale di occupati della quale Roma non può fare a meno.
E a questo processo d’impoverimento commerciale, delle imprese e dunque del lavoro, è strettamente connessa anche la crisi sociale testimoniata dalle cronache quotidiane in arrivo soprattutto dalle periferie.
Quanto propongo è quindi una Mappatura degli artigiani e delle eccellenze imprenditoriali romane, con previsione di forme di sostegno ed incentivi per la ripresa economica
Avv. Maria Pia Capozza
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