Green Pass «discriminatori e contrari alla Scienza»

Green Pass «discriminatori e contrari alla Scienza»

A dirlo, il Consiglio d’Europa: Stato di diritto, addio?

E intanto, solo in Italia, gli over 50 sono sospesi dal lavoro

A fine gennaio 2022, la Risoluzione 2361 del Consiglio d’Europa, intitolata Vaccini Covid-19: questioni etiche, legali e pratiche, ha bocciato l’utilizzo delle certificazioni per “punire” i non vaccinati. Ha Esortato gli Stati a «informare i cittadini che nessuno deve farsi vaccinare se non lo vuole» e a «garantire che nessuno sarà discriminato se non è vaccinato».

Ha affermato che il concetto di passaporto vaccinale è contrario alla Scienza, perché non basato su dati come l’efficacia del siero nel ridurre la contagiosità e la durata dell’immunità acquisita.

Una Risoluzione approvata con 115 voti a favore, 2 contro e 13 astensioni – e sarebbe interessante sapere quale sia stato il voto dell’Italia.

Come racconta il Fatto Quotidiano, una settimana prima era stato il Comitato Internazionale per l’Etica della Biomedicina a chiedere l’abolizione dell’obbligo vaccinale per gli over 50 e del green pass. Invitando gli altri Paesi e le organizzazioni internazionali a fare pressioni sul nostro Governo affinché ponga fine alla «sperimentazione di massa di un medicinale impropriamente denominato vaccino». 

Già, perché l’EMA continua a chiedere alle case farmaceutiche degli ulteriori studi sulla durata di protezione e gli eventuali effetti avversi finora sconosciuti. Tant’è che, in base a questo, diversi esposti sono già stati presentati alla Corte penale internazionale dell’Aja. Per crimini contro l’umanità.

Legalità o Stato di Diritto?

A metà ottobre 2021, il Washington Post definiva il nostro Paese «un laboratorio mondiale per la gestione della pandemia».

Nel senso di un esperimento sociologico, come per stabilire cosa e fin dove la nostra società sia disposta ad accettare. «L’Italia si è spinta in un nuovo territorio per le democrazie occidentali», laddove le regole introdotte dal 15 ottobre «hanno diviso la società in diversi livelli di libertà». Soprattutto, «i non vaccinati devono affrontare la scelta tra venire immunizzati e rischiare di perdere lo stipendio».

Milioni di persone ormai di serie B, almeno in termini di diritto al lavoro, proprio il diritto che è centrale nella nostra Costituzione.

Quale legge, se intacca i diritti umani ed il diritto al lavoro?

Avere o non avere il Green Pass, incide sullo stipendio.

Il TAR del Lazio con decreto n. 726/2022, di recente, ha accolto il ricorso di un dipendente pubblico, sospeso dal lavoro e dalla retribuzione per violazione degli obblighi in materia di obbligo vaccinale e certificazione verde.

Sospendere la retribuzione, unica forma di sostentamento di vita, presenta infatti profili di dannosità grave e irreparabile.
Si viola:

  • il diritto al lavoro e quindi si ha tutto il diritto di ricorrere contro decisioni che sono ingiuste e di lottare per avere riconosciute esenzioni legittime o, comunque, per lavorare in smart working o in forme innovative, in modo da garantire tutti.
  • il diritto alla salute se in nome del Covid o dei rimborsi garantiti solo per chi ha pazienti Covid, si annullano interventi chirurgici già programmati, per chi ha altre patologie.
  • il principio di legalità se aumentano le truffe sui green pass o la corruzione e il business sulla pandemia.
  • il diritto dei cittadini ad essere garantiti nei propri diritti fondamentali, se aumentano le partenze ed i trasferimenti all’estero – non più e non solo studenti o pensionati ma professionisti o intellettuali che scappano in cerca di Democrazia.

L’Italia, può ancora chiamarsi uno Stato di diritto ed una Democrazia?

Ed intanto, solo in Italia, gli over 50 sono senza lavoro – anche se finisce l’emergenza

Avv. Maria Capozza

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