GARANZIA DELLA PRIVACY O LOTTA ALLA PEDOFILIA? L’EUROPA HA SCELTO

GARANZIA DELLA PRIVACY O LOTTA ALLA PEDOFILIA? L’EUROPA HA SCELTO

Con 537 voti favorevoli, 133 contrari e 24 astensioni, il Parlamento Europeo ha approvato una nuova legislazione – seppur temporanea –  per tutelare  i minori da sfruttamento e abusi sessuali su servizi di webmail, chat e messaggistica.

Nonostante lo scarso interesse dimostrato dalla stampa verso un argomento di massima importanza, quale la difesa dei minori, siamo di fronte a una rivoluzione copernicana sia nell’ambito della caccia ai pedofili e al materiale pedoponografico, sia per quanto riguarda la tutela della privacy.

Il costo di tutto questa battaglia, così come è stata impostata, ad oggi rischia di essere il controllo indiscriminato delle nostre conversazioni.

L’Europa è a un bivio ma con questa nuova legislazione la strada intrapresa sembra essere chiara.

COSA HA DECISO L’EUROPA PER TUTELARE I MINORI?

Cercherò di spiegare quanto succede in maniera molto semplice: per trovare i pedofili e il materiale pedopornografico scambiato tramite webmail, chat e messaggistica (es. Whats app) l’Europa concede una possibilità di controllo senza precedenti ai provider proprietari dello strumento in oggetto.

Il controllo massivo di mail e chat dovrebbe avvenire tramite un complesso sistema di intelligenza artificiale che, grazie al calcolo complesso, rilevi la presenza di materiale pedopornografico.

Un sistema da regolamentare alla perfezione ma che, oltre le sfumature, apre le porte per la prima volta al fenomeno del cosiddetto “chat control” sul suolo europeo.

PRESENTE E FUTURO

In mancanza di un regolamento specifico sul quale si lavorerà nei prossimi 18-36 mesi, i provider potranno scegliere su base volontaria se portare avanti questo controllo e segnalare la presenza di materiale alle forze dell’ordine.

Il regolamento che seguirà, dovrebbe invece rendere obbligatorio il controllo per tutti i provider di posta elettronica e messaggistica, costringendo anche i servizi crittografati end-to-end come Whatsapp o Signal a installare delle backdoor.

Come ho già avuto modo di ricordare più volte, il tema dei diritti dei minori in Italia viene troppo spesso offuscato da altre battaglie dalla dubbia urgenza, nonostante la presenza di numeri in crescita e gli eclatanti casi registrati negli ultimi mesi pongano la difesa dei minori al centro di ogni seria politica che riguardi il futuro della società.

Compresa la portata della scelta europea, la domanda di oggi è se la caccia a pedofili e pedopornografia debba per forza passare da una legislazione che consente il controllo indiscriminato delle nostre conversazioni.

Inoltre viene da chiedersi quale infallibile modello di intelligenza artificiale sarà in grado di scoprire del materiale pedopornografico senza alcuna ombra di dubbio, onde evitare di mettere nei guai chiunque invii o riceva foto di minori.

Operando in questo settore da molti anni, trovo la nuova legislazione europea fiacca o, meglio, infiacchita dal gigante della privacy, che in ogni caso cede pesantemente il passo al controllo dei provider, nel contesto di un quadro giuridico ancora da definire.

Per tale motivo mi chiedo se la strada giusta, nonché la principale, per fermare pedofili e fenomeno pedopornografico, sia l’abdicazione totale del diritto alla privacy, attraverso mezzi che garantiscono la consueta “massima trasparenza”, già tante volte tradita dai big del web, proprietari della maggior parte dei provider di cui sopra.

Perché, almeno in Italia, non si comincia a intervenire potenziando gli strumenti in mano alla polizia postale e inasprendo ulteriormente le pene per i pedofili e per quanti scambiano materiale pedopornografico?

Avv. Maria Capozza

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