Roma ha un problema enorme:
- 6 milioni di metri quadri di verde da gestire
- Solo 350 operatori su strada
A rendere il tutto ancora più drammatico ci sono cinque anni di incuria o, peggio, di interventi sbagliati.
Fate un giro a Villa Glori, parco storico nel quale l’area giochi è diventata un cimitero di pini abbattuti selvaggiamente dalla Giunta Raggi, nonostante con i comitati e le associazioni attive in questo ambito segnalassimo da tempo la necessità di cure, pure disponibili, per salvare dall’estinzione un tratto caratteristico della città, i suoi splendidi pini.
Passate per Corso Trieste dove i pini sono stati potati fuori stagione e a cadenza annuale se ne vede cadere qualcuno.
Camminate per i giardini dell’EUR: prima di arrivare al laghetto scoprirete l’abbandono della aree verdi che lo circondano, sono luogo di prostituzione o bivacco.
Andate a Ostia dove i pini stanno morendo a causa della cocciniglia e la Regione pensa di intervenire di concerto con il Comune con i pochi denari messi a bilancio.
La tutela del verde di Roma è un tema complesso perché servono fondi, conoscenza e competenza.
La soluzione non è nella propaganda o nella facile scrittura di qualche riga su un programma che ho visto in queste settimane: anche se le soluzioni spicce fanno sempre effetto non fatevi ingannare.
Per salvare il verde della Capitale abbiamo bisogno di un progetto articolato che si muova su più piani:
- Potenziamento del Servizio Giardini con un rinnovamento strutturale del programma di intervento
- Affidamento e gestione delle microaree verdi ai comitati di quartiere e alle scuole, di concerto con il Comune.
- Pulizia delle strade. Fate un giro per Viale Angelico, Viale Europa, passate oggi, ad Agosto, nelle vie alberate sulle quali si è venuto a creare un tappeto di foglie, aghi di pino, pollini: tutto ciò che renderà impossibile il deflusso delle acque e causerà danni al primo diluvio
- Mappiamo e potenziamo le Aree pubbliche di abbandono dei rifiuti. Uscendo da Roma, pur restando nel territorio di competenza del Comune, le aree di sosta occupate da elettrodomestici e materiali di scarto sono sotto gli occhi di tutti. Per questo motivo dobbiamo potenziare le isole ecologiche con un piano serio, attraverso una comunicazione efficace e possibilmente incentivi: perché c’è poco da fare, in molti casi, soprattutto fra le generazioni più anziane, ciò che manca è la cultura ecologica, ambientale e civica che per fortuna abbiamo meglio trasmesso ai giovani.
- Aumentiamo il numero dei cestini e dei cassonetti
- Le potature siano programmate con giudizio e non come abbiamo visto fare in questi ultimi mesi
- Il Comune apra un sportello di ascolto che funzioni veramente per le segnalazioni dei cittadini: perché conoscere costantemente lo stato di milioni di metri quadri di verde è un lavoro nel quale i romani devono dare il proprio contributo
In tutto questo la battaglia per la chiarezza e la legalità, valore che per i miei trascorsi, come alcuni sapranno, ritengo alla base di ogni intervento o gestione pubblica è d’obbligo: basta gare d’appalto in emergenza, open data e progettazione pubblica.Perché il verde è di tutti e abbiamo una ricchezza da difendere e valorizzare.
Io ci sono, per Roma.
A vostra disposizione per le segnalazioni con il progetto Maria per Roma (www.mariaperroma.it) e attraverso i canali social collegati, oppure all’indirizzo romacapozza@mariacapozza.it
Avv. Maria Pia Capozza