Il tema della violenza contro donne e minori vive una contraddizione tipica di questo momento storico: forte presenza nel mondo della comunicazione (convegni, eventi, dibatti social, manifestazioni simboliche) alla quale non corrisponde un sufficiente sostegno fattivo, finanziario e amministrativo-burocratico, a beneficio di realtà e professionisti operanti sul territorio, ovvero la fondamentale rete di sostegno e prossimità che rappresenta l’unica soluzione a un problema certificato da numeri incontrovertibili.
Lancio questo allarme sulla base delle esperienze maturate da Presidente della Giovanna d’Arco Onlus e Avvocato. Oggi, formulo proposte come candidata all’Assemblea Capitolina, nella lista FI-UdC (scheda azzurra).
Una candidatura per mezzo della quale spero, grazie al vostro voto, di intervenire sul tema attraverso gli strumenti nelle disponibilità e competenze della prossima Giunta Comunale.
Numeri di un fenomeno
Lo studio dell’Osservatorio Diritti riporta che in Italia da gennaio ad aprile 2021 sono stati scoperti 135 casi di atti sessuali con minorenni, 885 violenze sessuali “semplici”, 254 violenze sessuali aggravate.
Sempre per l’Osservatorio Diritti, tra stupri, violenze e abusi, nel nostro Paese si registra una denuncia ogni 131 minuti.
A testimonianza di una emergenza profonda che non sempre si manifesta nei numeri delle denunce effettuate, le richieste di sostegno ai centri di ascolto hanno avuto un’impennata durante i lockdown che si sono succeduti nel 2020, come riportato nel rapporto ActionAid dello scorso anno.
Allo stesso tempo il Telefono Azzurro nel giugno 2021 segnala un aumento del +32% di chiamate da parte di minori per tentativi di suicidio.
Ma il culmine di tanta, complessa disperazione, trova spazio nel dibattito pubblico soprattutto attraverso i femminicidi (oltre 100 ogni anno in Italia): casi che per il forte impatto emotivo e mediatico concentrano il dibattito sul singolo caso, a scapito, però, di quanto li precede, ovvero la richiesta di aiuto trasversale che arriva ai centri di ascolto.
Dalle migliaia di segnalazioni di violenza allo scarso contributo finanziario verso Onlus e Associazioni impegnate sul campo – spesso rallentato da problemi burocratici – i numeri ci dicono che siamo di fronte a un’emergenza alla quale bisogna rispondere con interventi strutturali a tutela delle persone vulnerabili.
La mia proposta per Roma
Il Comune di Roma può e deve fare la sua parte per contrastare il fenomeno della violenza contro donne e minori.
Un capitolo del mio programma è dedicato a questo tema nel quale ho maturato conoscenze ed esperienza attraverso l’attività professionale da Avvocato e nel ruolo di Presidente dell’Associazione Giovanna d’Arco Onlus.
Fra gli impegni che sento di poter assumere con i cittadini romani c’è quello di rappresentare le istanze delle vittime e proporre soluzioni al fenomeno, individuate in:
– una maggiore presenza e diffusione degli sportelli di ascolto;
– uno snellimento burocratico che inceppa i meccanismi di finanziamento a beneficio delle realtà operanti sul territorio;
– una lotta serrata alla corruzione che drena le risorse dei servizi sociali;
– una efficace mappatura e coordinamento degli uffici che operano in collaborazione con il Tribunale dei Minori di Roma.
Per realizzare quanto espresso ho bisogno della vostra fiducia, del vostro voto: il 3 e 4 ottobre, sulla scheda azzurra -in alto a sinistra- barrate il simbolo FI-UdC e scrivete Maria Capozza.
A Roma, voltiamo pagina.
#RomaCapozza